Ustica, Rampelli (Fdi) precisa: non è un caso chiuso




"Le verità giudiziarie in Italia non sempre hanno stabilito la verità storica. Le parole di Giuliano Amato, pur tardive e in contrasto con quanto sostenuto in passato, confermano una tesi già avanzata dall'ex presidente Cossiga. Da sempre in molti abbiamo sostenuto che sui cieli d'Italia si consumò un atto di guerra tra una potenza occidentale e il regime libico. Tanti, troppi indizi si sono affastellati e altrettanto incredibili e tragiche coincidenze fino a una sentenza sfilacciata e a mio giudizio orientata. La tragedia che ne è derivata ha segnato profondamente la storia italiana e ha aggravato la densità dei misteri della nostra nazione".
Lo afferma Fabio Rampelli, vice presidente della Camera dei Deputati, esponente di spicco di Fratelli d'Italia che precisa: " in virtù del tanto declamato trattato di Roma che ha legato la Francia e l'Italia a relazioni di leale collaborazione, mi auguro che Macron voglia contribuire a fare luce sulla tragica esplosione del DC10 sui cieli di Ustica, svelando tutti i segreti che da 40 anni sono stati apposti dai suoi predecessori. Stessa cosa faccia l'Italia, basta con i segreti di Stato sulla pelle di vittime innocenti. Si avvii il processo di desecretazione degli atti".
 "Macron, conclude Rampelli, rappresenta la storia di una Francia diversa da quella del 1980 e il colonnello Gheddafi è stato ucciso, non rappresenta più un problema per i suoi avversari. Centinaia di famiglie piangono ancora i propri congiunti e si aspettano un contributo alla verità da parte dell'Italia, della Francia e della Nato".

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